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Ottimizzazione raddrizzatore di corrente

Si parte per un bel giro con la nostra moto, un paio d’ore su è giù per stradine e tornanti di collina, ci si ferma per un bel caffeino in cima al passo… al dunque della ripartenza: ciuf!! La moto non ne vuole sapere di partire, il motorino d’avviamento non gira e la luce dei fari sembra veramente deboluccia. Batteria scarica? Molto probabilmente si, ma da cosa è dipeso? Semplice: non gli arrivava la giusta corrente dal gruppo alternatore e regolatore di corrente. Spesso il problema non è dovuto necessariamente all’alternatore, invero molto robusto nella sua versione trifase, tantomeno alla qualità del raddrizzatore, ma da un insieme di fattori che riguardano specificatamente quest’ultimo. La causa principale dei problemi legati a questo componente sono legate alla sua posizione sulle moto originali, ovvero poco esposti all’aria e quindi tendenti al surriscaldamento.

I raddrizzatori originali sono spesso sistemati per non essere “invasivi” esteticamente. In posti impensabili, spesso, e del tutto alieni al poter prendere aria per dissipare il calore con le alette di raffreddamento. Qualche esempio? Avete mai guardato sotto la sella delle serie Sportclassic o Monster? Ecco, lì si trova il raddrizzatore ben nascosto fra la sella ed il sottocodone!!

I raddrizzatori di serie hanno una caratteristica particolare: scaricano la corrente in eccesso proveniente dall’alternatore, sia facendola rientrare verso l’alternatore stesso che viene raffreddato dall’olio motore, sia diperdendo calore grazie alla sua alettatura. Ecco, se questo passaggio viene meno si hanno dei danni che possono essere molto seri! A partire dalla fusione dei cablaggi di collegamento fra regolatore ed alternatore. Questo danno avviene a causa dell’aumento di temperatura del regolatore che oltre un certo limite scarica troppa corrente indietro.

Altri danni conseguenti a questa situazione sono dati dalla fusione dei cavi elettrici in prossimità del regolatore ma si può arrivare ad un danneggiamento piuttosto serio dell’avvolgimento dello statore dell’alternatore.

Prima di arrivare a subire dei danni del genere, in particolare su una moto che si ha idea di utilizzare a lungo raggio, è possibile ottimizzare il lavoro del regolatore per renderlo molto affidabile nel tempo. Il primo step è sicuramente quello di ottimizzarne la posizione sulla moto. E’ sufficiente cercare di posizionarlo in modo che le alette siano esposte il più possibile all’aria, non necessariamente investito dall’aria durante la marcia della moto (anche se sarebbe la situazione migliore). Ecco una soluzione di ottimizzazione su una Sportclassic, dove si è proceduto a tagliare una parte di plastica del sottocodone e rovesciare il montaggio del regolatore che così si viene a trovare ben esposto all’aria. Su moto tipo il Monster è possibile spostarlo nella zona anteriore della moto, sopra al cilindro orizzontale, costruendo una semplice staffa per sostenerlo in posizione. In alcuni casi sarà necessario andare ad allungare i cavi del regolatore, ma leggendo oltre capirete che probabilmente non è un problema ma… una soluzione!!

Un’altra soluzione è il suo completo riposizionamento sulla moto, cosa quasi obbligatoria nel caso di una serie SBK. Il “nostro” Cipi, ad esempio, ha posizionato il regolatore nella zona anteriore, a sinistra in basso del sottocarena ed ha costruito un convogliatore ad hoc che preleva aria dallo scudo anteriore e la incanala sul corpo del raddrizzatore.

Un successivo step di ottimizzazione consiste nell’eliminazione del cablaggio di collegamento alternatore/raddrizzatore. Attraverso questo componente passa tantissima corrente, come abbiamo visto da e verso l’alternatore… peccato che sia “strozzata” dai faston presenti all’interno del cablaggio stesso. Questa strozzatra causa un innalzamento della temperaura della plastica del cablaggio che arriva a fondersi e bruciarsi con le conseguenze che potete immaginare. Bene, eliminando il cablaggio e saldando direttamente fra loro i tre fili lato alternatore e regolatore. Una semplice saldatura a stagno, da coprire quindi con una guaina termorestringente per isolarli e proteggerli adeguatamente è la migliore soluzione su questo particolare. Non si tratta di un componente che viene smontato spesso (praticamente mai a meno che non si rotto!!) e, comunque, in 5 minuti e con un saldatore a stagno si scollega il tutto in modo pulito.

Questa operazione, come vi dicevo poco sopra, oltre ad ottimizzare il componente, vi consentirà di allungare adeguatamente i fili del regolatore in modo da poterlo sistemare in posizione ottimale sulla moto. Quindi, tagliare, aggiungere e saldare i fili del regolatore… non è un problema ma una soluzione!!

Un successivo step di ottimizzazione è nel collegare direttamente a massa i fili del negativo in uscita dal regolatore (i due fili verdi). In questo modo si semplifica l’impianto elettrico, cosa utilissima nel caso dello spostamento del regolatore, e si fa scaricare direttamente il negativo del regolatore.

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